Alessandro Manzoni è considerato il padre del Romanzo italiano e uno dei grandissimi della cultura e della lingua italiana. La sua figura è stata imponente e ingombrante: alcuni critici sostengono che, per assurdo, dopo I Promessi Sposi fu così difficile “peritarsi” a scrivere qualcosa avendo come termine di paragone il capolavoro di Manzoni, che forse la letteratura italiana nell’800 ne ha avuto paradossalmente più danno che beneficio.
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Dopo Manzoni, intendo dire, abbiamo avuto grandissimi autori di romanzi, Fogazzaro, Verga, ma è solo nel ‘900 che l’Italia torna alla ribalta mondiale con autori conosciuti per i loro romanzi, mentre nell’800 i francesi e i russi riempivano le librerie di tutto il mondo, all’inizio quelle private in casa, si intende!
Per celebrare l’anniversario propongo di fare due passi nella Milano manzoniana, la città natale di Manzoni, considerando due tipologie di luoghi: quelli del romanzo e quelli della biografia di Manzoni stesso, sempre che le due cose possano essere davvero distinte.
Entriamo a Milano con Renzo che arriva, come noto, da Monza dove ha lasciato Lucia e Agnese, e mandatoci dal Padre Cristoforo per trovare rifugio nel Convento dei Cappuccini. Eccoci allo sbocco del Naviglio della Martesana all’inizio di Via Melchiorre Gioia (passate sotto il ponte dei Bastioni nel percorso pedonale).
È l’11 novembre 1628 e in città è scoppiata una rivolta per l’aumento del prezzo del pane. Renzo porta con sé una lettera del Padre Cristoforo ed è diretto al convento del Padre Bonaventura, nei pressi di Porta Orientale (oggi Porta Venezia), nell’odierna via dei Cappuccini. Quindi imbocca l’attuale via Edolo, oltrepassa viale Lunigiana ed entra in via Ponte Seveso; prosegue per via Filzi e all’altezza di via Marangoni incontra un uomo stranamente molto gentile che gli indica una scorciatoia per Porta Venezia, allora Porta Orientale.
Esistono alcune parti sopravvissute del Lazzaretto, nell’omonima via o in via S. Gregorio, sempre in zona Porta Venezia, e la chiesetta di San Marco al Lazzaretto.
Nei propri romanzi, il giallista milanese Dario Crapanzano cita Palazzo Luraschi (visitabile nei giorni feriali essendo palazzo privato), in particolare all’angolo di Corso Buenos Aires con Piazzale Oberdan: edificato tra il 1881 e il 1887, venne costruito in seguito all’abbattimento del Lazzaretto, che accoglieva gli appestati, e del Lazzaretto conserva 4 colonne che ne delimitavano il perimetro interno e i 12 busti scolpiti che si trovano nel cortile interno e che rappresentano i personaggi dei Promessi Sposi.
Renzo prosegue per Corso Venezia e arriva in zona San Babila.
Eccoci al Forno delle Grucce, probabilmente sito ai numeri 3-5 dell’oggi corso Vittorio Emanuele, la Corsia dei Servi, senza dimenticare che proprio di fronte c’è la Chiesa di San Carlo, tanto caro all’autore da farne personaggio storico più volte citato nel romanzo. Passate poi per Piazza Duomo, di fronte al Palazzo dei Giureconsulti in Piazza de’ Mercanti dove c’era la famosa statua del Re Filippo II; ma lasciamo la parola al Manzoni:
“Questo, dalla piazza, era già entrato nella strada corta e stretta di Pescheria vecchia, e di là, per quell’arco a sbieco, nella piazza de’ Mercanti. E lì eran ben pochi quelli che, nel passar davanti alla nicchia che taglia il mezzo della loggia dell’edifizio chiamato allora il collegio de’ dottori, non dessero un’occhiatina alla grande statua che vi campeggiava, a quel viso serio, burbero, accipigliato, e non dico abbastanza, di don Filippo II, che, anche dal marmo, imponeva un non so che di rispetto, e, con quel braccio teso, pareva che fosse lì per dire: ora vengo io, marmaglia.”
e fino al Cordusio dove il Manzoni descrive altre scene della rivolta perpetrata dalla… marmaglia!
La folla, non riuscendo ad assaltare il forno del Cordusio, si dirige verso la casa del Vicario di Provvisione, ritenuto responsabile della penuria di pane. Il palazzo del Vicario si trova in via S. Maria Segreta, all’attuale numero civico 7/9, dove fino ai primi del Novecento esisteva una chiesa nella quale si usava esporre la statua di un angelo per propiziare la pioggia.
Adelante, Pedro.. (ma con juicio)!
La casa aveva la facciata in via S. Maria segreta e il lato in via Meravigli: qui si svolge una delle scene più intense ambientate a Milano. Il Gran Cancelliere Ferrer arriva in soccorso del Vicario in carrozza, da Palazzo Reale (quindi da via Orefici). Prelevato il Vicario, si dilegua rapidamente verso il sicuro Castello Sforzesco, che potete visitare a pochi passi ed è sempre aperto con gli attigui giardini ospitando peraltro diversi musei, incluso quello degli strumenti musicali. Qui, per qualche tempo, verrà ospitato il Vicario, che come risarcimento per lo spavento ottenne anche un indennizzo.
Ricordatevi anche di visitare, sempre in zona Duomo, in Piazza della Scala, dal lato opposto del Teatro Piermarini, il Palazzo Marino, oggi sede del Consiglio Comunale, che ospita anch’esso spesso mostre d’arte. Marino-De Leyva era infatti la famiglia della Monaca di Monza!
Per visitare la Milano diciamo così biografica del Manzoni, si trovano altri luoghi del Manzoni stesso: la Casa-museo di via del Morone, che merita davvero, il monumento a lui dedicato in piazza San Fedele la relativa Chiesa dei Gesuiti dai gradini della quale cadde pochi giorni prima di morire, la tomba al Famedio del Cimitero Monumentale e la casa natale dello stesso Manzoni in Via Uberto Visconti di Modrone 16, la Chiesa di San Marco, dove Verdi nel 1873 un anno dopo la scomparsa di Manzoni, diresse la prima esecuzione del Requiem scritto per la morte del Poeta.
Alla Pinacoteca di Brera è conservato il suo più famoso ritratto, di Francesco Hayez
Buona lettura… ehm… buona visita!
PS: è appena uscito questo romanzo – candidato al Premio Strega 2022 - edito da Marsiglio, sulla storia della famiglia Manzoni e il particolare di Giulia Beccaria madre di Alessandro Manzoni il cui padre naturale non era il Conte Manzoni ma… Giovanni Verri. Per tutti i pettegolezzi biografici vi rimando al libro di Alessandro Zaccuri!