Esperto conoscitore della natura umana e capace di descrivere quei sottili meccanismi di cui essa è intessuta (spesso in modo doloroso per sé e, pure, dannoso per gli altri), Ferzan Ozpetek è conosciuto dal pubblico per i suoi imperdibili film.
Ma non è tutto: Ozpetek è anche autore di romanzi. Lo sapevate? Ecco io no!
Reso edotto della faccenda da una persona a me tanto cara e innamorato come sono del regista di Saturno contro, Le fate ignoranti, Mine vaganti, tanto per citare solo alcuni dei grandiosi film di questo cittadino turco naturalizzato (fortunatamente e con grande nostro orgoglio!) italiano, ho cominciato su suggerimento, appunto, del mio amico, la lettura del terzo romanzo in ordine cronologico di pubblicazione, Come un respiro; e, già che c'ero, ho comprato anche gli altri due.
Se anche il titolo (suggerito, senz’altro, dal solito non-lettore frustrato in Mondadori) non dice granché sul contenuto della storia, essa merita ed, ecco, in breve la trama: della durata di una giornata soltanto, la narrazione tratta della classica domenica romana fra amici in una altrettanto classica e stupenda casa della capitale, una coppia di giovani sposi attende altri quattro amici (due coppie anche esse, di cui una in dolce attesa) per il pranzo festivo. Tutto è pronto, ma inattesa si presenta una donna con la scusa di aver un giorno lontano “abitato in quella stessa casa.” Essa vorrebbe fare un giro per rivederla e i due proprietari acconsentono imbarazzati all’idea di negare a un’anziana signora quanto in fondo a loro non costa nulla (anche se giudicano la cosa piuttosto stramba!).
Il fatto è vero: Elsa (questo il nome del visitatore misterioso) sarebbe la sorella di Adele, dalla quale ultima la giovane coppia anni prima aveva infatti acquistato l'appartamento; ma non riveliamo altro della meravigliosa trama. Riveliamo, invece, la tecnica narrativa; e, cioè: attraverso due storie concomitanti fatte di un capitolo ciascuna in cui si legge una lettera di Elsa alla sorella Adele (del destino di quelle lettere non dico nulla: è una sorpresa favolosa!), per poi lasciare il testimone alla storia presente della visita misteriosa, Ozpetek ci appassiona all’intreccio e non ci permette di interrompere la lettura.
Apparentemente divise e indipendenti, le due vicende si uniscono nell'ultimo capitolo in cui esse trovano unità nelle due vere protagoniste della storia che sono Elsa e Adele, e l'autore offre uno spaccato che è il dramma del vivere proprio e unico dell’uomo, ed esso dramma non può essere compreso nel proprio sviluppo, restando mistero senz'altro per il lettore, ma forse anche per i protagonisti che la risposta segreta di come si possa vivere felici… ecco questa risposta, essi non ce l'hanno proprio!
Buona lettura