Perché ci stupiamo del fatto che ci siano esseri umani disposti a credere più alle panzane sui social che a rigorosi dati scientifici o, banalmente, alla realtà dei fatti?
https://italians.corriere.it/2021/10/19/lettera-perche-la-gente-crede-a-tutto/
Non è così: essi, come accade, purtroppo, a diversi esseri umani, credono a qualunque cosa, sulla rete o sui media tradizionali, che confermi ciò che già credono o sperano e che quindi confermi le loro speranze, le loro paure, le loro angosce. La loro verità.
Sul concetto di "credere" e di "sperare" e sulla sempre più labile differenza, sull'impercettibile confine tra i due concetti nella natura umana, sul bisogno di credere l'incredibile ci ho scritto due romanzi storico-filosofici.
Quando si parla di "scemenza creduta come dogma", si utilizza, appunto, il termine dogma, qualcosa in cui si crede senza necessità di disporre di prove, evidenze scientifiche, rigore di ragionamento e di dimostrazione. Anzi: lo si fa volontariamente contro ogni evidenza proprio perché nella natura umana (per fortuna non della maggioranza) c'è la disperata necessità di credere in qualcosa di incredibile proprio perché tale. Credere l'incredibile risponde a un bisogno umano disperato, tutto qui.
Noi umani disincantati e pragmatici ci aggrappiamo a ciò che abbiamo, amicizia, amore, famiglia e affetti, lavoro e vita sociale. Ma altri si aggrappano a ciò che non c'è, forse perché ciò che non è, e non può essere, non verrà mai a dirci che non c'è e non ci deluderà mai.