Quanto desidero offrire all'attenzione dei miei (ormai non più pochi) lettori è la visione di un video di YouTube (visto? Scrivo di cose antiche, ma sono triste vittima della tecnologia anche io!); dicevo di voler offrire la visione di un'ottima lezione del professore Alessandro Barbero a un gruppo di studenti.
Egli tiene una lezione sui principi storiografici ispiratori di Marc Bloch, storico della prima metà del ventesimo secolo, dando a essa un taglio ragionato, come si suol dire. E questo taglio è biografico: voglio dire come Barbero utilizzi appunto la vicenda biografica di Bloch per individuare i germi che hanno ispirato il nuovo modo di fare storia da parte dell'arcinoto storico francese.
Come tutti sanno, Marc Bloch fu il fondatore della corrente storiografica detta degli Annales, la quale diede grande impulso allo studio delle cosiddette strutture con cui leggere la storia: quella economica, sociale, culturale, religiosa e via discorrendo; e all'interno delle quali investigare quegli avvenimenti che prima di allora venivano recepiti come tali senza essere interpretati o compresi fino in fondo; e per fino in fondo si intende che sia lo storico che riporta un fatto, sia anche (e soprattutto) il testimone di prima mano non è neutrale oppure obiettivo; sia chi scrive sia chi racconta vive, per così dire, il fatto stesso e nel riportarlo non abbandona il suo orizzonte di appartenenza del hic et nunc, cioè di quell’orizzonte temporale usato da chi racconta per essere testimone (come pensa lui) autentico del medesimo.
Al minuto 15 del video, così, Barbero cita Bloch stesso quando egli ricostruisce i fatti della trincea in di un gruppo di soldati da lui comandati durante la Prima guerra mondiale e, appunto, riferisce come i fatti, anche i meno importanti, della magra vicenda della guerra vengano ricordarti dagli osservatori del momento in modo veramente diverso, così diverso quasi i protagonisti stessi fossero protagonisti di storie a loro volta diverse nonché lontane fra loro: riguardate più volte questo istante del video dove davvero Alessandro Barbero si supera veramente e appassiona.
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Perché vi racconto questa cosa?
Ma semplicemente perché voglio incuriosirvi: la materia di questa riflessione è proprio l'oggetto del mio terzo romanzo; cioè, la difficoltà incontrata dallo storico nel momento di ricostruire gli eventi; e il gioco è presto fatto: la storia può divenire facilmente tema di un romanzo. E sapete ancora perché? In quanto i fatti, le persone e i loro detti possono essere visti, vissuti e letti solo tenendo conto del soggetto che interpreta quasi fosse il personaggio di un romanzo.
La conseguenza immediata è l’amara o la felice (decidete voi quale aggettivo scegliere) constatazione che sia la Storia stessa ad essere in fondo un bel romanzo, fatti salvi naturalmente i pilastri fondamentali dell'edificio della ricerca storiografica; ma, sono i dettagli della medesima l'occasione del trionfo di chi scrive romanzi storici.
Ho letto montagne di libri di storia, di biografie, di monografie, di manuali di storia della storiografia classica moderna e contemporanea (appunto Mark Bloch), ma giungendo all’ultima pagina si resta sempre con il tarlo: “Ma sarà andata proprio così? Tizio ha detto proprio questo a Caio oppure è soltanto una maldicenza dell’autore Sempronio?”
Ma questo è anche (e forse il solo) motivo autentico di chi studia. A partire da questa prospettiva sta nascendo il mio terzo romanzo e in fondo stupisce anche me mentre mi ci sto cimentando!
Dunque, rispettando l’accento marcatamente piemontese di Barbero, auguro: una buona visiòne.