Il blog di Renato Carlo Miradoli

L’obbedienza dei religiosi (ma non solo) e la Russia di Peppone

 

Il Santuario di Santa Maria del Sasso, vicino ad Arezzo, ospita due anziani frati domenicani, 88 e 92 anni, che ricevono dai propri superiori l’ordine di trasferirsi altrove.

 

https://www.arezzonotizie.it/attualita/frati-dominicani-sfrattati-santuario.html

Questa è la notizia. Sul serio.

In effetti, questa non sarebbe una notizia, se i due non dichiarassero alla stampa e ai fedeli tutti di: «Sentirsi scacciati da casa propria e di voler terminare i propri giorni tra quelle mura amiche». E come dare loro torto: chi vorrebbe sentirsi dire di essere vecchio e malato, e confinato in una struttura per anziani?

La vicenda va avanti da mesi con relativa petizione popolare, dichiarazioni alla stampa, per non dire delle offerte di sostentamento economico, mentre i nuovi religiosi sono arrivati, ed essi, Padre Giuseppe e Padre Giovanni, invece, non vogliono trasferirsi.

Mi sono preso la briga di cercare sul dizionario il significato di obbedienza e trovo: «Nel diritto canonico, la sottomissione dovuta dai religiosi ai loro superiori; in particolare, o. canonica, dovuta dal sacerdote al proprio vescovo, o. religiosa, quella (a cui il religioso s’impegna con voto pubblico al momento dell’ordinazione) dovuta al papa, al vescovo, ai superiori nell’ambito delle specifiche legislazioni; anche l’autorità stessa del superiore, o l’ordine, l’istruzione, la penitenza che il superiore dà al religioso».

I due religiosi dell’ordine dei predicatori, però, pur avendo pronunciato il voto di obbedienza non obbediscono più ai propri superiori, ma a un concetto di: «Giusto» o «Sbagliato», poiché ritengono: «Naturale e giusto un avvicendamento», ma «sbagliato» il fatto di essere trasferiti in una struttura di assistenza per anziani, poiché, argomentano, sono ancora autosufficienti. E’ chi lo stabilisce questo «giusto» e questo «sbagliato» sono ancora essi stessi con questi argomenti.

Quindi, la connotazione semantica del concetto contemporaneo di obbedienza è: «Obbedisco a me stesso», il che è come dire, per usare una nota immagine, che sollevo il secchio in cui sono con entrambe i piedi.

In realtà questo ribaltamento semantico non è una novità, in quanto, come ricordiamo bene già ai tempi di Guareschi, Peppone dichiara risolutamente di voler continuare credere (e quindi a obbedire) alla sua Russia: «Alla mia Russia», e non certo a quella che emerge dalle vicende narrate da Guareschi.

Ci furono tempi in cui un politico messo alle strette tra due idee fondamentali si inventò il: «ma anche!». Però, questo politico forse era più onesto, sicuramente più pragmatico. Veltroni (è questo il suo nome, lo avrete ben capito!), fermo restando che il significato di bianco è bianco, e quello di nero, nero, non contestò il termine in sé, ma era come se dicesse: «Obbedisco, ma anche non obbedisco!». Però, appunto, lo ammetteva.

Qui invece siamo di fronte a una serie di ossimori semantici che ormai hanno preso il sopravvento nella Chiesa post-conciliare e bergogliana: una corrente di pensiero completamente affermata. Il quasi gol di Carosio, al confronto, è nulla!

L’obbedisco a me stesso è come dire: «Mi assolvo da solo, mi salvo da solo», oppure: «Mi faccio gli indovinelli da solo: penso un numero e rispondo pure giusto», oppure «Indovino da solo la carta che ho estratto io stesso», oppure ancora «Gioco a carte con me stesso e vediamo chi vince». Secondo me vinco io(!?).

Se parliamo invece di divieti, precetti e regole, allora possiamo dire che rispetto questi come io lancio un oggetto e poi, solo successivamente, piazzo il bersaglio esattamente con il centro sotto il punto in cui l’oggetto stesso è caduto.

Si potrebbero fare molti altri esempi, ma mi fermo qui, perché sento che mi state facendo un’obiezione presente e violenta nel nostro mondo contemporaneo dello svuotamento dei contenuti, ma del contenitore che si chiama sempre allo stesso modo: «Ma non sarà che ogni decisione che viene dall’alto vada con un essere umano nel ventunesimo secolo condivisa, accettata, spiegata, motivata e ben compresa da chi ne è il destinatario?»

Rispondo: per quanto possibile, opportuno e quanto necessario sì, e umanamente sì, e questo un po’ in tutte le organizzazioni umane, anche se sfido chiunque a dire che qualunque cosa sia spiegabile a tutti e da tutti compresa: e se poi chi deve obbedire in un’azienda continuasse a non farlo dicendo sempre di non aver capito?

Riassumendo, dunque, una nuova figura retorica si afferma: l’ossimoro semantico. I frati domenicani si sentono scacciati: ma chi li caccia sono i superiori, cui essi hanno giurato obbedienza fino alla morte e allora ecco che il significato di obbedienza viene semplicemente piegato a propria discrezione (disobbedendo anche in questo).

Questo, almeno è il trend e forse per questo trend di gestione democratica (mah…) nelle aziende e nella società che la Chiesa Cattolica, lungi dal cristianizzare la società, si sta, al contrario, essa stessa democraticizzando, assumendo, cioè, della società i peggiori difetti: un malcelato populismo e l’idea che tutto vada spiegato, come se il permesso lo dovesse chiedere chi comanda e non chi è comandato.

E se questo è vero nel cosiddetto Mondo, e anche chi scrive è d’accordo, nella Chiesa però, si diceva, l’obbedienza non è contrattuale: c’è un voto! Ma allora aboliamo il voto, perché di voto si tratta all’interno della Chiesa Cattolica, cioè di una promessa, un giuramento eterno e (esagerando!) un sacramento irrevocabile.

A meno di operare semanticamente anche sul concetto di voto religioso: da domani voti a scadenza revocabili e a fasi alterne: l’amore è eterno finché dura e quando mi va.

Sic est!

 

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.

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